Presentazione

 

  

   

  

Paolo Cavinato (1975) vive e lavora a Mantova. 

  

Dopo essersi diplomato in Scenografia all'Accademia di Belle Arti di Brera e aver seguito un corso di regia cinematografica a Milano, a partire dal 2001 espone in diverse mostre personali (Milano, Londra, Berlino, New York, Santa Fe) e già dal 1997 in altrettante collettive (Parigi, Bruxelles, Istanbul, Cina e USA). 

Nel 2005 partecipa alla Biennale di Istanbul e nel 2008 vince il 3° Premio della Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano. È premiato dalla Royal British Society of Sculptors di Londra, la quale gli dedica una personale nel 2011. Nel 2014 è in residenza per sei mesi presso lo Swatch Art Peace Hotel di Shanghai e nel 2017 gli viene dedicata una grande mostra personale nelle sale del Museo di Palazzo Ducale di Mantova. 

Nel 2021 tiene due importanti mostre personali: Limen a Palazzo Te di Mantova e Another Place nella galleria The Flat - Massimo Carasi di Milano con cui collabora dal 2010.

Nello stesso anno segue il programma di residenza in Villa Empain, Fondazione Boghossian di Bruxelles. 

Recentemente è stato invitato a partecipare alla mostra internazionale Sensorama. Lo sguardo, le cose, gli inganni. Da Magritte alla realtà aumentata, al Museo MAN di Nuoro.

Le sue opere sono inoltre acquisite ed esposte in numerosi spazi pubblici e privati, tra cui: Artphilein Foundation in Liechtenstein, Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen, Collezione Marino Golinelli di Bologna, Barzilai-Hollander’s Collection a Bruxelles, Swatch Art Peace Hotel a Shanghai, Museo di Palazzo Ducale di Mantova, Museo San Fedele di Milano, Collezione Farnesina a Roma, Fondazione Boghossian a Bruxelles, Consolato Generale d'Italia a New York. 

  

   

Negli ultimi anni la ricerca artistica di Paolo Cavinato si è sviluppata attraverso varie discipline, impiegando tecniche e linguaggi dell’arte, dalla fotografia ai disegni ed elaborazioni grafiche, dalle grandi installazioni agli oggetti scultorei.

Gli elementi caratteristici riguardanti la prospettiva, lo spazio vuoto, i punti di vista e la relazione tra finito e infinito ricorrono come pietre miliari principali.

Alcune delle sue opere, progettate e realizzate in relazione allo spazio circostante, sono costruzioni complesse di elementi visivi e sonori, in cui il pubblico può fruirne l’interno. Elementi scultorei, suoni e performance vocali, fusi insieme a formare una complessa esperienza immersiva dello spazio.

Egli è sempre attratto dalle possibilità intrinseche del pensiero umano, per la sua unicità e distinzione. Così come lo sguardo “diverso” si fa attivo e critico, le installazioni vogliono offrire angolazioni e punti d'osservazione differenti, partendo da sé stessi per andare in un possibile altrove, in un continuo scambio tra interno ed esterno.

In alcuni casi le opere di Paolo Cavinato, si presentano come superfici specchianti che danno su profondi ed enigmatici luoghi vuoti, oppure realizza scene di sospensione metafisica in cui gli oggetti fanno da ponte tra rappresentazione e realtà. In altre situazioni crea grandi spazi anamorfici in prospettiva, in cui si elabora il rapporto tra un punto di vista consolidato e stabilito, all'interno del quale tutto è correttamente costruito e ordinato, in contrapposizione ad una rappresentazione caotica e precaria dell'immagine vista dall'esterno, dove la visione si presenta come un puro spazio entropico.

L'ordine che caratterizza i suoi progetti deriva dai suoi studi in architettura, scenografia teatrale, cinema e fotografia. L'impianto classico e razionale è stabilito, ma al suo interno avviene come un movimento tellurico: "è la mia domanda di fondo sulla nostra origine e direzione nel futuro. Da una parte c'è l'ordine, la conoscenza matematica, la razionalità che usiamo per costruire tutto il nostro mondo; dall’altra, la solitudine e i dubbi che ci portiamo con noi. Abbiamo bisogno del rigore per ripulire la nostra mente: una cura illusoria per salvarci dall'oblio. Il caos è una situazione ricorrente, viene dall'esterno o lo creiamo noi, così come succede con l'inquinamento e la distruzione del nostro habitat naturale. Vogliamo controllare e allo stesso tempo superare la natura. Desideriamo entrambi, un giardino perfetto ed una foresta selvaggia".