Mostre
Your Place or Mine
Paolo Cavinato / Vittorio Corsini
a cura di Peter Assmann e Renata Casarin
dal 10 giugno al 3 settembre 2017
Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova
Installazioni in Corte Vecchia e LaGalleria - Arte contemporanea, Palazzo del Capitano
La mostra “Your Place or Mine” presenta opere degli artisti Paolo Cavinato e Vittorio Corsini in parte appositamente realizzate per un allestimento di grande impegno che si snoda nel percorso museale di Corte Vecchia, nel Palazzo Ducale di Mantova, oltre che ne LaGalleria del Palazzo del Capitano. La scelta di questi due artefici, mantovano l’uno con un’attività che si prolunga fino a Copenhagen, originario di Cecina l’altro, ma con una attività espositiva pure internazionale, nasce dalla volontà di esibire sul fronte dell’arte attuale il fare di chi attende a una riflessione sul concetto di spazio abitato, di corpo abitato, che scaturisce da una attitudine mentale all’indagine del luogo, a partire da noi stessi. Ogni essere è territorio, occupa una porzione nell’esistente e ne occupa un’altra se pensiamo all’entità dell’anima o della coscienza, vale a dire che abbiamo un habitat interiore che ha un peso (spirituale), una luce e una sua ombra. Paolo Cavinato esplora i labirinti dell’essere e dell’esserci realizzando sofisticate strutture lignee capaci di provocare una vertigine di senso, sino provocare un duplice movimento. Quello della perdita ineluttabile di ogni direzione, di ogni possibile cammino come vera e propria metafora dell’abisso umano; quello dello smarrirsi mentre realmente si compie l’esperienza dell’attraversamento delle strutture o se ne spiano le vertigini ottiche da pertugi sapientemente predisposti. Sono lavori di raffinato esercizio intellettivo e perspettivo, giocati sul pieno e sul vuoto, che inducono alla confusione di senso per poi ritrovarlo nella messa in essere opera dopo opera di un dispositivo emotivo e concettuale insieme, capace di rendere conto insieme della profondità o della pochezza del nostro stare nel mondo. Vittorio Corsini esplora gli spazi domestici, le piccole regioni del nostro abitare, in cui ci rinchiudiamo e dove coltiviamo il nostro orto, dove riponiamo i nostri souvenir, dove custodiamo come pietre preziose ricordi del nostro passaggio sulla terra facendo della casa il macrocosmo che ci contiene, ci possiede, ci racconta di noi. Il linguaggio che l’artista sceglie per dare forma a questo universo è volutamente spiazzante, non solo per le “metafore visive” che Corsini realizza, ma anche per come impiega i materiali. Sarebbe meglio dire per come piega il vetro, l’acciaio, il perspex, a divenire corpo di oggetti che mimano una esistenza nuova, rubata a quella delle forme del naturale. L’artista toscano ripercorre le vie dell’esistente, i luoghi della nostra ubicazione nello spazio e nel tempo, plasma il nostro esserci così come plasma la materia della sua fucina artistica, riassorbendo in un’unica architettura mentale e reale insieme il senso dell’essere al mondo.
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