The Family (I mangiatori di pane)
2004
cartoncino, pane, resina, teca in plexigliass
80 x 80 x 30h cm + base 120 cm
Ho iniziato questo lavoro riflettendo sul concetto e valore di famiglia.
La rappresentazione della Famiglia seduta a tavola durante un semplice pranzo. Famiglia come comune denominatore del sociale.
Modulo, cellula singola che possiede già tutte le caratteristiche di un macrocosmo sociale.
All'interno della famiglia stabiliamo i primi rapporti di scambio e dialogo.
Il pane è sostanza organica viva, cibo eucaristico della collettività. Qui diviene materia sensoriale, capace di coinvolgere i sensi a più livelli: provoca avvicinamento o repulsione. Essendo materia viva, è destinata ad evolversi nel tempo.
Una sostanza che non è mai statica. Una sostanza organica, viva. Il pane quotidiano fatto d'umori abituali, cicli giornalieri.
Il tavolo è il nucleo.
Prima immaginavo una fonte luminosa provenire dal tavolo. Ora, in un certo senso è come se ci fosse già stata. Passata. Una fonte calda che ha scaldato e in alcuni punti ha bruciato la materia. Il fuoco naturale. Una materia viva energetica. Il caldo nucleo famigliare. Tutto però si sfalda, si sgretola, si deforma, si plasma, si modella. Tutto è fatto di piccolissime particelle di materia viva, mobile. Uno sgretolio continuo e sottile. E un senso di Precarietà. Abbiamo una rappresentazione. Un nucleo famigliare. Un discorso di briciole accostate e di tempo frantumato.
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