Alice Baccolo, violino
Giuseppe Comincino, viola
Massimo Menotti, chitarra
Marco Tafelli, chitarra
Emanuele Battisti, piano
Obiettivo primario di Timegate è l’approfondimento della minimal music, una corrente sperimentale che ha come padri putativi Erik Satie e John Cage, e i cui esponenti più noti sono gli americani La Monte Young, Terry Riley, Steve Reich, e Philip Glass. Nato all’inizio degli anni ’60, il minimalismo si caratterizza essenzialmente per la ricerca di chiarezza formale, ottenuta attraverso la reiterazione di brevi frammenti melodici e ritmici, e per la preminenza riservata all’aspetto performativo rispetto a quello prescrittivo rappresentato dalla partitura, il tutto finalizzato al recupero della valenza aurorale del suonocome energia-materiaviva e cangiante.
Il repertorio del quintetto si basa principalmente sulla produzione appartenente alla fase storica del minimalismo, che giunge fino alla prima metà degli anni Settanta, con una scelta di brani che tende ad affiancare ai capolavori riconosciuti altre opere meno note ma altrettanto meritevoli di venire valorizzate. In particolare, il gruppo gioca proprio sulla polarità tipica di un genere che oscilla tra uno stile più classico, nei brani interamente scritti, ed uno più improvvisativo, nelle opere cosiddette aperte. Alla prima categoria appartiene per esempio Music in Contrary Motion, un meccanismo sonoro in continua ancorché quasi impercettibile trasformazione basato su di una figura melodica che si ripete venendo però nel frattempo modificata tramite l’interpolazione al suo interno di elementi melodici affini. Tra le opere aperte spicca invece In C, un’improvvisazione di gruppo in cui le scelte interpretative operate dai musicisti vanno ad incidere in maniera determinante sulla forma e sulla durata complessiva del pezzo, che spesso in concerto raggiunge e anche supera i sessanta minuti.
Molto significative sono poi le aperture alla produzione post-minimalista degli ultimi decenni, che comprende anche brani posti al confine tra musica colta e linguaggio pop.
Timegate si propone di coinvolgere il pubblico in un viaggio che lo porti ad avvicinarsi al suono fino a fondersi idealmente con esso, in un’esperienza mistica in cui è riconoscibile la matrice orientale di questa musica. L’ascoltatore è infatti guidato verso un progressivo affinamento della propria sensibilità percettiva, laddove il tempo tende a dilatarsi all’infinito fino a divenire un cerchio caleidoscopico di suono, sempre uguale e sempre diverso.
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