2010 Linie, Mario Mazzoli Galerie, Berlino
Installazione Paolo Cavinato
Suono Stefano Trevisi
tappeto pvc, cartoncino e materiali vari, impianto audio 5.1
dimensione ambiente
Phantasma rappresenta un tentativo di fissare l’immateriale.
Ho pensato alla miriade d’oggetti realizzati dall’uomo, imbrigliati nei concetti che l’uomo ha loro impresso.
Sono oggetti “figli” di un’identità, legati alla loro funzione, e quindi imprigionati da quest’ultima.
Esiste una barriera tra rappresentazione e realtà? Oppure esiste una speciale soglia che separa due luoghi: da una parte rimane l’uomo e il suo mondo costruito (la società, la realtà tangibile), dall’altra invece, esiste l’universo e l’assoluto infinito, l’insondabile, l’ignoto.
Questa installazione diventa una realtà in cui gli oggetti sono scorporati da se stessi, perdendo la loro funzione.
Diventano elementi di una figura astratta, metafisica, incomprensibile, disegnata e costruita in base a proporzioni, geometrie, calcoli matematici, armonie.