Reflections
2017 Chronos, Palazzo Barbò, Torre Pallavicina (Bergamo)
2015 Reflections, ex Chiesa di San Cristoforo, Mantova
2012 Behind the Curtains, The Flat - Massimo Carasi, Milano (esposta una parte)
2010 Lo Spazio del Sacro, Palazzo Santa Margherita, Galleria Civica, Modena
Opera commissionata dalla galleria Civica di Modena in occasione della mostra internazionale Lo Spazio del Sacro, curata da Marco Pierini e alla quale sono stati invitati i seguenti artisti:
Adel Abdessemed, Giovanni Anselmo, Kader Attia, Paolo Cavinato, Chen Zhen, Vittorio Corsini, Josep Ginestar, Anish Kapoor, Richard Long, Roberto Paci Dalò, Jaume Plensa, Wael Shawky.
legno laccato, cartoncino, terra, acrilico, plexiglas, pvc
dimensioni variabili
L’installazione, realizzata specificamente per la mostra, si sviluppa sul principio della specularità di due mondi, apparentemente identici, che paiono rispecchiarsi l’un l’altro lungo un asse, un’immaginaria superficie riflettente che attraversa e separa idealmente lo spazio espositivo in tutta la sua larghezza. Al di qua, alcuni oggetti geometrici, talvolta con reminiscenze di funzionalità quotidiana – porte, sedie, sponde di letto, mobiletti – si mostrano allineati in una severa successione, quasi disposti secondo una misteriosa quanto indiscutibile regola universale. Si tratta di elementi astratti, privi di alcuna funzione, appartenenti piuttosto al mondo delle idee, prodotti dalla combinazione di geometrie complesse che soltanto per accidente, o per dato statistico, assumono forme riconoscibili di oggetti comuni; pur nella loro concretezza fisica appaiono svuotati, distanti dall’uomo, rappresentanti di un tempo e di uno spazio puramente mentali, assoluti e immutabili. Oltre la sequenza degli elementi astratti si mostra il suo doppio, immagine apparentemente riflessa, costruita al di là dell’ideale specchio nello spazio.
L’esperienza di oltrepassare quell’asse di simmetria è offerta al visitatore, che in questo senso diviene attore e chiave per il funzionamento stesso della messa in scena dell’opera: egli varca la soglia tra i due mondi simmetrici, ma la sua immagine non viene riflessa, è esclusa dal gioco dello specchio e diviene soltanto presenza incorporea, svelamento dell’illusiva trappola prospettica. È in questo passaggio che la simmetria rivela un tradimento, uno sfasamento tra le due metà: una, espressione dei valori di integrità, purezza, immutabilità, eternità, certezza (gli oggetti bianchi, splendenti, perfetti); l’altra, traccia del divenire, della trasformazione, dell’inesorabile dissoluzione (i medesimi oggetti consunti, ingrigiti, appannati, assoggettati alle incurie del tempo). La soglia, il limite tra queste due realtà diviene così esperienza del doppio e del riflesso imperfetto del mondo, delle idee; ma anche esperienza dell’ambiguità tra precarietà e idea di infinito e dell’ambivalenza insita nel pensiero dell’uomo e nella sua esistenza.
Reflections è estremamente rappresentativa della poetica di Paolo Cavinato, giovane artista mantovano che, dopo gli studi e i primi importanti lavori di scenografia, è approdato definitivamente alla ricerca artistica, sviluppata principalmente in opere scultoree, disegni e installazioni talvolta accompagnate dal suono. Le sue opere si fondano sul rigore, sulla simmetria intesa come valore di bellezza e armonia e sull’evoluzione della forma pura quale principio ordinatore e generatore dei ritmi della natura e del cosmo. Nei suoi complessi lavori geometrici improntati alle relazioni tra pieno e vuoto, modulo e serialità, particolare e infinito, è ravvisabile l’influenza delle culture orientali.
Silvia Ferrari